🌍La geopolitica delle cryptovalute - 🚗Come Mercedes sta perdendo il suo fascino
💰La storia del miliardario più intelligente del mondo, Jim Simons
Oggi andremo a vedere:
-Le principali News della settimana🗞️
-“La geopolitica delle cryptovalute”
-[PRO]“Come Mercedes-Benz sta perdendo il suo fascino”
-[PRO]La storia del miliardario più intelligente del mondo, Jim Simons
-[PRO]Trend della settimana📈
-Robe dall’Internet 🌐.
News 🗞️
-Neuralink di Elon Musk permette a una scimmia di giocare ai videogiochi.
Neuralink, la start-up di impianti cerebrali fondata dal capo di SpaceX e autoproclamato "technoking" Elon Musk, ha svelato un nuovo video di una scimmia di nove anni di nome "Pager" che gioca a Pong ... con il suo cervello.→ Link
-Facebook sta testando i pagamenti tramite codice QR.
Facebook conferma che sta testando una nuova funzione di codice QR e collegamenti di pagamento da utilizzare con Facebook Pay per rendere più facile per le persone negli Stati Uniti l'invio o la richiesta di denaro l'uno dall'altro. → Link
-Nintendo annuncia Pac-Man 99, il nuovo gioco multiplayer.
Come Tetris 99 e Super Mario Bros.35, recentemente scomparso, il gioco mette decine di giocatori l'uno contro l'altro in un combattimento in stile battle royale fino alla fine. Il gioco è simile al classico Pac-Man originale arcade, ma puoi rendere più difficile la vita agli avversari. → Link
Clubhouse inizia a testare i pagamenti diretti.
È il primo strumento di monetizzazione integrato direttamente nell'app. Clubhouse afferma che non ci sarà una fee sui pagamenti, il che significa che i creator ricevono l'intero importo di ciò che qualcuno invia loro. Tuttavia, non tutti saranno ancora in grado di ricevere pagamenti che si svolgerà a ondate, "a partire da un piccolo gruppo di test".→ Link
Amazon sta comprando centri commerciali in disuso per trasformarli in centri di distribuzione.
A marzo, Amazon ha ottenuto l'approvazione per trasformare un centro commerciale a Baton Rouge, in Louisiana, in un edificio di distribuzione di 3,4 milioni di piedi quadrati, e un centro commerciale a Knoxville, nel Tennessee, in un centro di distribuzione di 220.000 piedi quadrati. → Link
La geopolitica delle criptovalute
Le criptovalute rappresentano uno strumento rivoluzionario dell’intero ordine mondiale in cui questa volta gli Stati Uniti, e conseguentemente il dollaro, avranno sicuramente una influenza minore. Non c’è da sorprendersi infatti come sostenitori delle stesse siano quei soggetti che vogliono smarcarsi dal dominio di un singolo stato ed in particolare dalle banche centrali di queste.
La decentralizzazione rappresenta del resto uno dei concetti chiave nel mondo delle criptovalute: decentralizzazione dalle banche centrali, dai fondi monetari, dalle varie agenzie di controllo internazionale oltreché, ovviamente, dai governi nazionali.
Detto ciò la domanda che qui ci si pone è, come tutto ciò potrà effettivamente influire sugli equilibri globali?
Con economie affossate da elevatissimi tassi di inflazione le criptovalute, così scardinate dal normale assetto finanziario del paese, risultano quale un bene rifugio. Esempio lampante di questa situazione è dato da alcuni paesi africani, un’area ben nota per l’instabilità politica delle sue nazioni. A riprova di ciò è sufficiente citare quanto accaduto nel 2017 nello Zimbabwe, dove nel medesimo giorno in cui l’esercito metteva agli arresti il Presidente con un colpo di stato, gli abitanti si affrettavano a convertire il denaro contante rimasto in Bitcoin con la conseguenza che questi ultimi vedevano lievitare il proprio valore da una media globale di 7000 dollari a ben 13500.
Da problema a risorsa per gli Stati
La facile alterazione, l’alta volatilità e la continua, intrinseca, possibilità di finire nelle mani di hacker esperti rappresentano sempre e comunque motivo di grande preoccupazione per i governi nazionali. Una situazione che sfugge in tal misura al controllo delle istituzioni ha portato alla reazione di alcuni stati, in particolare è qui possibile citare il Nepal, l’Algeria o la Bolivia, dove la detenzione di Bitcoin può portare persino all’arresto. Altri paesi, come l’India, la Russia o la Cina, maggiormente avanzati sul piano tecnologico, stanno invece adottando delle contromisure che prevedono la messa al bando delle criptovalute nate più o meno liberamente sul web per sostituirle con una ufficiale di emissione statale e quindi sottoposta a controllo governativo.
Una strategia che a ben vedere non solo permetterebbe una lotta alla proliferazione incontrollata di queste valute digitali ma anche un’azione di smarcamento dal monopolio del dollaro dei rivali statunitensi ed al tempo stesso aumentare la propria influenza in un settore che si presume possa divenire strategico.
Il Venezuela è stato il primo Stato al mondo a lanciare una propria criptovaluta nazionale, il Petro, anche in risposta alle piaghe economiche che affliggono il paese, quali elevata inflazione e caduta vertiginosa della tradizionale valuta locale. Il Petro ha ad oggi il controvalore di un barile di petrolio, di cui il paese sudamericano è un importante estrattore, ed ha consentito l’acquisto di oltre 3 miliardi di dollari di beni di prima necessità pur non avendo ancora sostituito del tutto la moneta nazionale, il bolivar. Questo ha provocato la reazione degli USA accusando il governo del presidente Maduro di eludere le sanzioni imposte al suo paese, ed hanno avuto modo di ricordare agli altri paesi di non accettare di fare affari con simili valute.
Proprio come petrolio, oro e uranio nel ‘900 hanno rappresentato strumenti di attuare un bilanciamento degli equilibri geopolitici, oggi le criptovalute nazionali potrebbero, si sottolinea il condizionale, rappresentare il medesimo espediente, uno strumento atto cioè a rivaleggiare con la supremazia dei petrodollari. Una tesi che appare però confermata dalle attività della Cina, che nonostante il calo degli ultimi tempi registra sul proprio territorio nazionale il mining dell’80% delle criptovalute mondiali, e della Russia, dove pur essendo ancora formalmente illegali è stato annunciato dal Cremlino di voler catalizzare il 30% del mercato globale di Bitcoin.
La Russia peraltro registra un enorme punto a suo favore, la Siberia. La Siberia può infatti vantare tutta una serie di elementi, analizzati in un precedente articolo su Zona Affari, di grande attrattiva per una simile attività: anzitutto il clima gelido permette un corretto funzionamento delle componenti hardware necessarie, il costo dell’elettricità è reso irrisorio dai numerosi corsi fluviali presenti sul territorio ed infine, va segnalata la totale assenza di regolamentazione, e conseguentemente di limitazione, in materia. Attirando in tal modo i minatori, il paese può aumentare la sua potenza di calcolo, un fattore che ci si riserva di approfondire in futuro, il che in un’era digitalizzata può portare ad incrementare ulteriormente il proprio potere politico. L’avanzamento di un simile scenario è rappresentato dai contratti conclusi dai giganti dell’energia russi che hanno stipulato contratti molto onerosi con società di estrazione di criptovalute che si sono insediate sul territorio.
La lotta per la supremazia nel settore appare appena all’inizio e l’ostilità appena rappresenta l’ennesima conferma di come cresca l’importanza della stessa.
Robe dall’Internet 🌐
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